Ogni periodo storico ha avuto i suoi “bambini speciali”, divenuti poi adulti “particolari”, dotati di estrema sensibilità e tenerezza, risvegliatori di coscienza, genialità e sregolatezza spesso difficili da gestire ma pur sempre voluti ed amati. Anche a loro lo Stato riserva diversi sostegni al fine di arricchire - non migliorare! - una vita di per sé già bellissima.
SPECIAL NEEDS CHILDREN:
quando anche i minori hanno bisogno di aiuto
Dopo aver approfondito l’assegno e la pensione di invalidità civile, vi parliamo dell’indennità di frequenza, una prestazione economica assistenziale riconosciuta ai giovani minori di 18 anni con disabilità, che presentano delle difficoltà a svolgere le funzioni tipiche della propria età, con l’obiettivo di favorirne l’inserimento scolastico e sociale. In questa categoria rientrano anche i bambini e ragazzi che hanno un DSA (acronimo di “Disturbi Specifici dell’Apprendimento”), ossia quei disturbi del neurosviluppo che riguardano la capacità di leggere, scrivere e calcolare in modo corretto e fluente che si manifestano con l'inizio della scolarizzazione. Tra essi rientrano:
- DISLESSIA: disturbo specifico della lettura che si manifesta con una difficoltà nella decodifica del testo;
- DISORTOGRAFIA: specifico della scrittura, si manifesta con difficoltà nella competenza ortografica e fonografica;
- DISGRAFIA: specifico della grafia, si manifesta con difficoltà nell'abilità motoria della scrittura;
- DISCALCULIA: specifico dell'abilità di numero e calcolo, si manifesta con una difficoltà nel comprendere e operare con i numeri.
Per averne diritto è necessario un reddito non superiore alle soglie previste annualmente dalla legge.
Si chiama “indennità di frequenza” perché viene riconosciuta solo a chi può dimostrare di frequentare la scuola, pubblica o privata, i centri ambulatoriali o centri diurni specializzati nel trattamento terapeutico o nella riabilitazione, i centri di formazione professionale.
Possono beneficiare di questo diritto i minori italiani residenti in Italia e i minori comunitari ed extracomunitari, purché residenti sul nostro territorio.
La prestazione è concessa sino ad un massimo di 12 mensilità all’anno, con decorrenza dal primo giorno del mese successivo a quello di effettivo inizio della frequenza, fino al mese successivo a quello di cessazione.
L’importo è di 287,09€ e i beneficiari devono rispettare il limite di reddito di 4.926,35€ annui.
Nella valutazione della condizione economica del richiedente, vengono considerati i redditi di qualsiasi natura calcolati ai fini Irpef. I beneficiari nati in un Paese estero devono invece presentare la documentazione attestante la presenza o meno di redditi esteri.
La prestazione spetta sino ai 18 anni: al compimento della maggiore età, e qualora sussistano comunque le condizioni di bisogno, l’interessato può fare domanda per l’assegno di invalidità o la pensione, a seconda del grado di invalidità riconosciuto.
COME PRESENTARE DOMANDA
Di seguito riportiamo i passi da compiere per richiederla.
1. Qualora non si fosse ancora in possesso di una certificazione di DSA, rivolgersi al proprio pediatra o medico curante per richiedere una visita specialistica da uno psicologo esperto DSA o neuropsichiatra infantile; in alternativa richiedere una visita neuropsichiatrica presso l’ASL di appartenenza;
2. Ottenuta la certificazione, recarsi di nuovo dal medico curante o pediatra per trascrivere la diagnosi ottenuta, con la specifica che “il minore presenta difficoltà persistenti a compiere le funzioni proprie dell’età” (articolo 2 legge 288/1990). È utile inserire anche il riferimento alla legge 170/2010 e l’esigenza del minore di usare supporti informatici e altro utile al minore per le sue attività;
3. Il medico curante o pediatra dovrà procedere con l’invio telematico della certificazione medica, dove dovrà essere segnata la parte relativa all’invalidità civile e, solo in modo facoltativo e non necessario in caso di DSA, l’attestazione di Handicap (legge 104/1992). Questa azione può essere effettuata anche da un medico accreditato. In questa fase il medico consegnerà una ricevuta di invio telematico della certificazione;
4. Inoltrare la domanda all’INPS;
5. Il minore verrà convocato dalla commissione invalidi civili dell’ASL che valuterà la situazione presentata;
6. Dopo circa due mesi verrà consegnato il verbale a domicilio tramite raccomandata o PEC con l’esito della richiesta: se positivo, bisognerà compilare e spedire i documenti inviati dall’ASL; se negativo è possibile rivolgersi al tribunale del lavoro e presentare ricorso entro sei mesi dalla consegna dell’esito. Verrà quindi nominato un CTU che indagherà sulla pratica.
RICONOSCIMENTO L.104 PER I BAMBINI:
benefici e chiarimenti
Usualmente i genitori richiedono il riconoscimento di handicap per poter beneficiare sostanzialmente di due significativi aiuti:
1. La possibilità che il bimbo venga seguito a scuola da un’insegnante di sostegno (la cui presenza può essere richiesta anche nel caso in cui il proprio figlio abbia un riconoscimento di handicap non grave). Tuttavia, nel caso in cui il minore “goda della 104”, il genitore non è obbligato a comunicarlo alla scuola, nè tantomeno a richiedere l’attribuzione di ore di sostegno scolastico. Questo, soprattutto e a causa di una questione di carattere psicologico, secondo la quale l’essere affiancati da un insegnante di sostegno diventa sinonimo di malattia e colui che se ne serve viene frequentemente tacciato come “meno intelligente”, “diverso”, “incapace”, quindi discriminato dagli altri compagni. Tutto il contrario dello scopo della legge 104 (tutelare contro svantaggio sociale ed emarginazione), nonché di quanto si cerca di trasmettere a bambini e ragazzi con DSA (e non solo a loro, si intende);
2. L’opportunità di usufruire di permessi lavorativi retribuiti (i cosiddetti “permessi 104”, ovvero, in linea generale, 2 ore al giorno fino ai 3 anni del bambino, 3 giorni lavorativi al mese in seguito, congedi parentali fino al 12° anno), soltanto però se il bambino ha un handicap grave, riconosciuto come tale dalla commissione. Per i genitori di bambini e ragazzi con DSA non è quasi mai possibile fruire dei permessi 104 concessi a chi ha figli portatori di handicap in stato di gravità.